…Che mi portan lontano, lontano, lontano…
Ultimamente sto ascoltando alcuni dischi niente male. Solo che non è facilissimo parlarne, perchè non sono di quei dischi che ti fanno gridare subito al miracolo, che ti entrano in testa e ti fanno interrompere qualunque cosa tu stia facendo per dedicargli attenzione. No. Non sono quel genere di dischi. In attesa che mi venga (chi sa mai) l’ispirazione per scriverne diffusamente butto giù due paroline due.
Il primo artista ad avermi colpito è tale Dan Arborise con il suo “Of Tide and Trial”. Ottima recensione di Ondarock ed effettivamente, gia dal primo ascolto il ragazzo dimostra di saperci fare. Folk asciutto, voce e chitarra acustica. La voce che richiama quella di Nick Drake. Poi dei pezzi splendidi come “Cries” o “under your spell”. Non so dirvi di preciso cosa mi ha conquistato di questo ragazzone inglese del North Devon. Fatto sta che mi capita sempre più spesso, quando torno da lavoro, o quando posso attaccarmi alla musica, di mettere su questo album. Sarà che Dan arricchisce le atmosfere folk con altro. Con spunti ambient. Digressioni psichedeliche. E tutto questo rende il lavoro tremendamente scorrevole ma anche ti impedisce di assuefarti alla sua musica. Non so ancora bene qual’è il suo trucco ma sono felice di esserci cascato.
Altro ascolto sono i due album dei Balmorhea, River Arms e All Is Wild, All Is Silent. Confesso che li avevo gia ascoltati in passato e allegramente “pisciati”. Poi è uscito un nuovo album e ne ha parlato bene qualcuno (credo simone rossi aka il punto non c’è) e sai come vanno le cose. Qualcuno ne riparla bene, ed io sono li a dare l’ennessima possibilità al gruppetto dimenticato di far breccia, se non nel mio cuore, almeno nelle mie orecchie (o nella mia classifica last.fm). Beh. Ci sono risuciti. I due dischi sono cristallini. Delicati. Mai banali o ripetitivi. Non è facile riuscire a creare e mantenere l’equilibrio che i due texani creano nei loro pezzi. Nei loro album. Seleziono il gruppo. Metto random. Mi godo ore di musica. Spendidi.
Infine, da quando mi è ripresa la fissa di scrivere scempiaggini in forma di recensioni musicali (come no) su Debaser, mi sono reso conto che nessuno ha scritto nulla su uno dei miei album gotici preferiti in assoluto, nonchè mia personale perla. Parlo di “As One Aflame Laid bare By Desire” dei Black Tape for a Blue Girl, semplicemente maestoso. Ogni singolo brano è pura poesia. Uno di quei dischi che riesce a proiettarti in un altro luogo. Spazio. Tempo. Solo i Black Tape ed i Dead Can Dance ci sono riusciti. Ma per loro (i BTFABG) mi riprometto di scrivere qualcosa di più articolato di semplici (anche se veri e meritati) superlativi assoluti.
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